Lucio Dalla, la casa di via D’Azeglio resta vincolata

Gli eredi del maestro perdono al Tar. Mercoledì la messa in ricordo aperta a tutti in San Domenico

Lucio Dalla (foto Schicchi)

Lucio Dalla (foto Schicchi)

Bologna, 28 febbraio 2017 - Una ferita che si riapre, a cinque anni di distanza. Con la città che si appresta a ricordare Lucio Dalla in occasione della ricorrenza della nascita, il 4 marzo, è una sentenza del Tar, arrivata proprio ieri, a riaccendere i riflettori sull’eredità del maestro. I cugini, infatti, nel lontano 2015 avevano impugnato il decreto ministeriale che dichiarava l’interesse culturale sull’abitazione-studio di Dalla (foto), E proprio ieri i giudici amministrativi hanno dato torto agli eredi: la casa resterà vincolata, un unicum per cui nessun oggetto potrà essere spostato o rimosso. E tanto meno essere venduto, l’immobile o il suo contenuto.

Il Tar ha accolto la tesi del rappresentante del ministero, secondo cui «all’interno della casa-studio sono conservate un grandissimo numero di opere» derivate dagli interessi senza confini di Dalla. E proprio quell’accumulare opere le ha «fuse nell’ambiente con l’insieme dell’arredo (librerie, divani, scrivanie, poltrone, tappeti) formando un unico indivisibile, quasi cornice del pianoforte Steinway a mezza coda, fulcro della sua attività musicale». Togliere il vincolo, come chiesto dagli eredi, non è possibile: quei beni «costituiscono un insieme certamente eterogeneo, ma rappresentativo della personalità di Lucio Dalla». Anzi, «il vincolo imposto risulta ‘facilitatore’ delle iniziative culturali perseguite e attuate dalla Fondazione meritoriamente istituita dagli eredi-ricorrenti».

Intanto la città si prepara al quinto anno senza il suo maestro. Quest’anno la messa di commemorazione non sarà a porte chiuse. «Quando organizzai – dice Tobia Righi, amico e stretto collaboratore da sempre di Dalla – insieme alla cugina di Lucio Dea Melotti, in rappresentanza dei parenti, la prima messa, nel 2013, volevo evitare che la cerimonia si trasformasse in uno spettacolo. Ma adesso vogliamo coltivare la memoria con il maggior numero di persone possibili».

L’appuntamento, aperto a tutti, è domani, alle 10, nella basilica di San Domenico, così importante nella vita dell’artista. Da qui, infatti, dalla piazza di fronte alla chiesa, partivano le scorribande del giovanissimo cantante, insieme agli amici dell’adolescenza, dirette sui colli. E qui officiava padre Michele Casali, scomparso nel 2004, a cui era legato e con il quale discuteva di musica e di teologia. Un rapporto, quello con la basilica, talmente forte, al punto da spingere Dalla, ricorda Righi, «a trascorrere, un anno, una intera settimana proprio lì, dal giorno di Natale a Capodanno, per sperimentare la vita di meditazione e di spiritualità dei Domenicani».

Sull'altare ci sarà un’altra persona alla quale Dalla voleva molto bene, padre Bernardo Boschi, che al funerale, il 4 marzo 2012 lesse l’omelia. È, questo, un appuntamento che ha visto in passato sfilare, nel sagrato di San Domenico, non solo i familiari, ma anche tanti artisti e vecchi amici, da Stefano Bonaga a Bibi Ballandi. Per il primo anniversario, padre Boschi distribuì ai presenti un testo, scritto da lui stesso, e intitolato ‘Caro Lucio ti scrivo’, parafrasando l’incipit de ‘L’anno che verrà’, nel quale ricostruiva, in maniera toccante e poetica il lascito di Dalla non solo alla città. Quattro pagine che terminavano con un ‘Addio Lucio e stammi bene’. «Vorremmo – conclude Righi – che anche questa volta, come le altre, la messa terminasse sulle note di alcune di canzoni di Lucio che accompagnano le persone mentre escono dalla Chiesa. Domani inizia il periodo di Quaresima, ma speriamo lo stesso di poterlo fare». A eseguire i brani, gli allievi del liceo musicale che proprio a Lucio Dalla è intitolato.

L'appello di Samuele Bersani: "La casa di Lucio Dalla va aperta a tutti"

 

 

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